venerdì 26 febbraio 2010

CON LE SIGARETTE,L'INTELLIGENZA VA IN FUMO


Che fumare non fosse esattamente una scelta lungimirante già si sapeva. Ora però una ricerca israeliana evidenzia un collegamento possibile fra la passione per le sigarette e un quoziente intellettivo non proprio brillante.
Un'équipe di medici dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer, in Israele, hanno analizzato il QI di circa 20 mila militari diciottenni che erano stati appena arruolati nell'esercito, il 28 per cento dei quali fumava più di una sigaretta al giorno.
Alla fine, gli scienziati hanno riscontrato nei fumatori un quoziente d'intelligenza inferiore in media di 7,5 punti rispetto ai loro commilitoni che non fumavano. Fra i non fumatori la media è risultata di 101, mentre per i fumatori era di 94, e la differenza era ancora più evidente fra chi fumava meno di cinque sigarette al giorno (98) rispetto ai fumatori più accaniti (90).
I medici israeliani hanno naturalmente considerato una serie di variabili che avrebbero potuto influenzare i risultati, ad esempio le condizioni socio-culturali e la diversa provenienza dei soggetti, oltre alla eventualità che i test peggiori fossero influenzati da un'astinenza dalla nicotina.
Per corroborare la propria tesi, i medici hanno messo a confronto anche 70 coppie di fratelli di cui soltanto uno era fumatore, e i risultati sono stati gli stessi: “questi risultati suggeriscono che gli adolescenti con un basso QI dovrebbero essere oggetto di campagne antifumo specifiche”, ha dichiarato Mark Wieser, il coordinatore della ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista specializzata in dipendenze Addiction.

martedì 23 febbraio 2010

MODA: no a grissini in passerella


La settimana della moda milanese è al via e la presenza di tante modelle, più o meno filiformi, riporta in primo piano il problema delle ragazze-grissino proposte come icone di bellezza femminile. Un modello negativo per spirito di emulazione di tante ragazze, ma anche per i giovani di sesso maschile. Contro le modelle anoressiche si schiera anche il comune di Milano, che mette in campo le sentinelle delle passerelle.
''Si tratta di persone che, riservatamente e in modo non invasivo per i backstage, verificheranno che a sfilare non siano degli scheletri che camminano'', ha spiegato l'assessore alla Salute del comune Giampaolo Landi di Chiavenna. E' questa una nuova iniziativa che prende il via dopo il Tavolo Moda Salute, sotto la supervisione scientifica del professor Michele Carruba, e il progetto '100%Natural100% Fashion', prende il via la nuova iniziativa. ''Mi appello al senso di responsabilità di stilisti e operatori: le modelle non devono avere una taglia inferiore alla 40 - ha spiegato -. E lo show delle sfilate non può in alcun modo trasformarsi in uno spettacolo nocivo per lo spirito di emulazione e le fantasie dei ragazzi e delle ragazze. Qui a Milano non vogliamo vedere né superuomini né mini donne, modelli e modelle che enfatizzano i pettorali maschili e la magrezza ossificata, in una disperata ricerca di sublimazione della propria estrema fisicità. La moda, che rappresenta un settore economico determinante e un punto di eccellenza per la nostra città deve veicolare messaggi positivi, in equilibrio e non in conflitto con una visione reale, naturale e biologicamente sana dell'essere umano".

domenica 21 febbraio 2010

Ridere fa bene al cuore


Affrontare la vita con il sorriso fa bene al cuore. Le persone felici e positive, infatti, sono meno vulnerabili alle cardiopatie. Insomma, la ricetta per la felicità può essere una preziosa e insolita alleata della salute, almeno secondo un team di ricercatori americani del Columbia University Medical Center, autori di uno studio pubblicato sull'European Heart Journal. Dopo aver monitorato la salute di 1700 persone per oltre dieci anni, il gruppo diretto da Karina Davidson ha scoperto che le persone più ansiose e depresse sono più a rischio di incappare in malanni cardiovascolari. Questo non prova categoricamente che la felicità abbia un effetto protettivo per il cuore. Ma, secondo gli scienziati americani, stando così le cose le persone dovrebbero cercare di aumentare le emozioni positive e divertirsi di più. All'inizio della ricerca i partecipanti sono stati sottoposti a una rigorosa valutazione per indagare su una serie di emozioni, dall'ostilità all'ansia, fino alla gioia e all'entusiamo. Tutti sono stati inseriti in una classifica da zero a cinque punti rivela-positività. Alla fine dell'analisi 145 soggetti avevano sviluppato una malattia cardiaca, me per i più felici il rischio è risultato del 22% più basso. Gli scienziati pensano che le persone più gioiose abbiano anche abitudini più salutari: dormono meglio, sono meno spesso preda dello stress e sarebbero anche più in grado di evitare le esperienze spiacevoli, o forse di lasciarsele alle spalle con un sorriso. Certo, ammette la responsabile del team, sono necessarie ulteriori ricerche per far luce sul legame tra felicità e cuore, ma in ogni caso i dati sono sufficienti per raccomandare alle persone di cercare di sviluppare un approccio più positivo alla vita. Troppo spesso, aggiunge la studiosa, le persone aspettano le loro "due settimane di ferie" l'anno per divertirsi, quando invece dovrebbero "cercare di ritagliarsi dei momenti di gioia ogni giorno". "Se ti piace leggere - suggerisce - comincia con il concederti 15 minuti di lettura al giorno. Se ami ascoltare musica o camminare, inserisci queste attività nel tuo programma quotidiano", dice alla Bbc online. "E' essenziale spendere pochi minuti al giorno davvero in pieno relax e divertendosi: questo fa bene alla salute mentale, ma - ribadisce - può anche migliorare la salute fisica. Abbiamo una necessità assoluta di test clinici rigorosi in questo campo".

venerdì 19 febbraio 2010

NIENTE RITOCCHI AL SENO PER LE UNDER 18


Il Cdm approva il ddl sulle protesi.Verrà istituito un registro nazionale per "tracciare" gli impianti protesici.Stop agli interventi di chirurgia plastica al seno per chi non ha ancora compiuto 18 anni e al via il registro delle protesi mammarie per rendere tracciabili gli interventi, le tecniche utilizzate e gli impianti inseriti. Il Consiglio dei ministri ha approvato questa mattina il disegno di legge Istituzione del registro nazionale degli impianti protesici mammari, obblighi informativi alle pazienti nonché divieto di plastica mammaria ai minorì, che passa ora all’esame del Parlamento. «Siamo i primi in Europa - ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, presentando il provvedimento ai giornalisti - a inserire una normativa di questo genere, in un settore dove non si era mai fatto nulla prima per tutelare la salute delle donne. E ci sono già altre nazioni che hanno manifestato interesse: credo ci sarà spazio per allargare il discorso anche su base europea».

mercoledì 17 febbraio 2010

IL GIALLO SULLA MORTE DI TUTANKHAMON


E' "giallo" sulle cause della morte di Tutankhamon, il faraone egiziano più famoso della storia per lo straordinario ritrovamento della sua tomba intatta avvenuto nel 1923. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association, fu la malaria ad stroncare all'età di 19 anni il faraone, in combinazione agli effetti della grave necrosi ossea che lo rendeva zoppo. Ma non tutti gli scienziati condividono i risultati.

LE CONTESTAZIONI - Secondo Franz Ruehli, dell'istituto di anatomia dell'università di Zurigo, il lavoro di Giuseppe Novelli, genetista dell'università di Roma Tor Vergata, invece, afferma che i dati a disposizione sono troppo scarsi per attribuire con certezza alla malaria la morte del faraone. Messa in discussione da Philippe Charlier del Raymond Hospital di Garches anche la diagnosi della necrosi, perché secondo quanto riscontrato potrebbe essere dovuto all'imbalsamazione.

IL RITROVAMENTO - Fu l'archeologo inglese Howard Carter a ritrovare il sarcofago con la mummia, il 16 febbraio 1923. Dagli esami si è cercato di risalire all'albero genealogico del faraone: con grande probabilità il padre sarebbe il grande faraone Akhenaten, sulla madre ancora incertezze. Probabilmente una delle sorelle di Akhenaten.

martedì 16 febbraio 2010

ISPESL,chi è in buona salute garantisce maggiore produttività


I lavoratori che godono di una buona salute mentale offrono prestazioni migliori in ambito professionale. A dirlo è l’Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) che lancia, durante l'undicesima giornata nazionale dedicata alla promozione della salute nei luoghi di lavoro, la campagna europea sulla salute mentale 'Lavorare in sintonia con la vita'. La giornata nazionale di informazione sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro si è svolta oggi presso la sala multimediale dell'Ispesl, in via Urbana 167, a Roma. L'evento è stato organizzato dal dipartimento di Medicina del lavoro dell'Istituto.
Uno dei principali fattori di rischio per la salute delle persone,secondo l'Ispesl, è infatti lo stress lavoro-correlato. Oggi circa il 43% degli occupati denuncia disturbi psico-sociali. L'Istituto quindi promuove lo sviluppo di una nuova cultura della salute nei luoghi di lavoro. E la campagna, a cui l'istituto collabora nel ruolo di ufficio nazionale contatto (Nco) del network europeo Enwhp, si prefigge principalmente di comprendere e prevenire i fattori che generano stress e problemi di salute mentale; offrire supporto ai dipendenti che hanno problemi legati alla salute mentale; sviluppare politiche efficaci volte al reinserimento o impiego di chi è affetto da problemi psichici.
"Come ufficio nazionale del network Enwhp -ha spiegato Fiorisa Lentisco, ricercatrice del dipartimento Medicina del lavoro dell’Ispesl- abbiamo l'impegno istituzionale di tenere una giornata nazionale dedicata alla promozione della salute nei luoghi di lavoro (Workplace Health Promotion). La giornata è organizzata in un'ottica di dialogo sociale e di coinvolgimento degli stakeholder provenienti dai settori produttivi del Paese. Quest'anno l'attenzione è rivolta alla promozione della salute mentale al lavoro, intesa come buona salute psicofisica del lavoratore".
Benessere organizzativo, dialogo sociale e coinvolgimento dei datori di lavoro dovrebbero essere infatti le prime garanzie, secondo l'Ispesl, sulle quali contare. Oggi, invece, sono oltre 10 milioni i lavoratori che percepiscono almeno un fattore di rischio per la propria salute, rischio che non sempre è di natura fisica. Se infatti circa 8 milioni di persone, secondo l'Istituto, avvertono la presenza nell'ambiente lavorativo di un fattore di rischio per la propria salute fisica, quasi la metà ritiene di essere esposta principalmente a rischi che possono pregiudicare l'equilibrio psicologico. Per questo la salute mentale viene sempre più intesa come salute psicofisica del lavoratore.
A sottolineare la novità sostanziale, anche in termini giuridici, della valutazione del rischio 'stress lavoro-correlato' è stato Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento Medicina del lavoro dell'Ispesl. "Il decreto legislativo del 9 aprile 2008 n. 81 -ha detto- illustra i principi innovativi che il decreto legislativo 81/2008 introduce nelle tematiche di salute e sicurezza nel lavoro, promozione della salute al lavoro e responsabilità sociale delle imprese".
Iavicoli ha ricordato inoltre che "all'art. 2, comma 1, lettera o, si esplicita il concetto di 'salute' come: uno 'stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un'assenza di malattia o d'infermità'. Il decreto -ha continuato Iavicoli- introduce, altresì, come fattore di rischio da rilevare nel documento di valutazione del rischio anche lo stress lavoro-correlato, secondo i principi dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004".

sabato 13 febbraio 2010

LA SPESA E' ON LINE


Il boom degli acquisti su E-Bay riguarda sempre più beni di consumo comuni, dal make-up ai vini
Che cosa comprano gli italiani su eBay? Oggetti tecnologici, naturalmente, e molti accessori per Blackberry (più 415 per cento negli ultimi due anni) o per iPhone (più 162 per cento). Ma a leggere i consuntivi del sito d'aste più cliccato del mondo, si scopre che nel nostro Paese il boom degli acquisti sta riguardando sempre di più beni da supermarket: come attrezzature per il make up (più 147 per cento), vini rossi e bianchi (più 190 per cento), struccanti e creme (più 115 per cento), prodotti per animali (più 146 per cento) e termometri per bambini (più 102).

Un segno che il combinato disposto tra la crisi economica e l'aumento dell'alfabetizzazione online ha portato a comprare su eBay - dove spesso si trovano buone occasioni - non più quello che non si trova nei normali negozi, ma anche i beni di consumo comuni: meglio averli qualche giorno dopo scontati che subito a prezzo pieno.

giovedì 11 febbraio 2010

LA MALATTIA MISTERIOSA DEI CINESI

Un male misterioso. In Cina, pensano di averlo contratto a centinaia, forse a migliaia. C’è chi è convinto di avere una mutazione della SARS, chi una nuova malattia virale estremamente contagiosa, la maggior parte pensa di avere l’AIDS - magari in una sua forma evoluta. È da quest’estate che i medici dei principali ospedali del Paese ricevono pazienti convinti di aver contratto un virus misterioso a seguito di rapporti non protetti con prostitute (una pratica piuttosto diffusa in un Paese che conta milioni di lavoratrici del sesso). Si tratterebbe di un male immaginario, frutto dell’autosuggestione dei presunti degenti.

È un’autosuggestione facile da spiegare, del resto. Il comportamento delle autorità sanitarie nel corso degli anni è stato tutto fuor che trasparente in occasione di epidemie virali: la politica adottata in passato dal governo può essere facilmente riassunta nel binomio “negare e nascondere”. Così, ad esempio, è stato ai tempi della SARS nel 2003, quando Pechino preferì non divulgare notizie sul contagio per motivi di ordine pubblico.

Anche sull’AIDS le notizie a disposizione del pubblico sono poche e confuse. Secondo le Nazioni Unite, i sieropositivi in Cina sono 700.000, anche se si tratta di una stima sicuramente imprecisa stante la reticenza del governo in materia. Negli ultimi tempi sembra che le autorità cinesi stiano mutando atteggiamento, anche se episodi come lo scandalo del mercimonio di sangue trasfuso, che provocò pochi anni fa il contagio di interi villaggi di contadini e che venne coperto dalla polizia anche con la forza, restano sintomatici di quale sia l’approccio dei vertici politici. Per questo, quando i pazienti si sentono dire che i loro malanni sono frutto dell’immaginazione non si fidano e rimangono convinti di aver contratto l’AIDS o un’altra malattia che ai piani alti si vuole tenere segreta.

mercoledì 10 febbraio 2010

CIBO: ROSSA E TAGLIA-GRASSI, L'ARANCIA SICILIANA RIDUCE I KG IN PIU'

Un'arancia al giorno toglie i chili di torno. Lo sostiene uno studio del dipartimento di Oncologia Sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano pubblicato sulla rivista ''Obesity'' e presentato questa mattina a Roma nel corso di un incontro promosso dal consorzio IGP Arancia rossa di Sicilia.
I ricercatori hanno preso in esame la varieta' ''Moro'' di arancia rossa, ricca di antocianine, pigmenti blu e rosso scuro conosciuti per il loro potere antiossidante e l'attivita' inibitoria dell'accumulo di trigliceridi nelle cellule adipose.

lunedì 8 febbraio 2010

Il gene svelato degli ultracentenari

Matusalemme era il settimo discendente di Adamo e il nonno di Noé. Nel libro della Genesi si racconta di come morì nell'anno del diluvio universale, alla rispettabile età di novecentosessantanove anni.

In tutto il mondo sono stati accertati casi di longevità estrema, con persone che hanno superato i 110 anni. Anche se ancora non sappiamo per certo cosa li renda in grado di vivere così a lungo, le statistiche ci dicono che il numero di centenari aumenta anno dopo anno: nel 2030 saranno, nel mondo, un milione.

C'è un aspetto da annotare a margine di questo aumento dell'aspettativa di vita – detto en passant questo trend vede in prima linea l'Italia - e riguarda la salute. Nessuno di noi ha voglia di vivere più a lungo per toccare con mano i malanni dell'età, e il dato positivo è che chi supera la barriera dei 90 anni si ammala di meno. I supercentenari, un gruppo demografico che negli anni '70 non esisteva, vivono addirittura meglio dei centenari. Per Craig Willcox dell'Okinawa Centenarian Study, in Giappone, è come se avessero “uno sorta di propulsore genetico” che li fa “funzionare” meglio e più lungo dei colleghi longevi intorno ai 90-100 anni.

Bene, una buona notizia. Finalmente. ma bisogna arrivarci, e allora chiediamoci: quali sono i segreti della longevità? Medici ed esperti hanno individuato alcuni fattori chiave: dieta, esercizio fisico ed una vita socialmente attiva. Se lo stile di vita è importante, fondamentale è però il passaporto genetico. Chi ha parenti centenari ha buone probabilità di vivere più a lungo, di non ammalarsi di cancro e di soffrire di patologie cardiache. L'importanza dei geni è confermata anche dalla storia delle “capitali della longevità” nel mondo: Okinawa, Sardegna, Islanda. Isole felici in cui i bassi livelli di immigrazione hanno preservato il patrimonio genetico originario degli abitanti.

L'ultima scoperta della medicina nel campo genetico è di quest'anno, una variante del gene FOXO3A. Un team dell'Università delle Hawaii, guidato da Bradley Willcox, gemello di Craig, ha osservato che i portatori di due copie di una forma particolare di questo gene hanno tre volte in più la possibilità di diventare centenari rispetto ai soggetti senza la variante. FOXO3A è coinvolto in molti processi: controlla l'insulina, protegge le cellule dall'attacco dei radicali liberi, e sembra che sia in grado di attivare dei meccanismi di difesa contro il cancro. La variante del gene è prevalente nei centenari più che nei novantacinquenni: una conferma dell'importanza dello studio del genoma dei centenari per comprendere i meccanismi della longevità.
Fino a oggi la ricerca del “gene di Matusalemme” è stata vana ma oggi possiamo essere ottimisti guardando al futuro. Lunga vita a tutti.

domenica 7 febbraio 2010

I RAGAZZI DEL SABATO SERA:realtà o leggenda?

Viaggio del sabato sera in una discoteca.
Sono entrato nella bolla d'aria in cui spazio e tempo sono dilatati. Di solito si raccontano le disco per parlare di alcol, droghe, risse, sballo e stragi del sabato sera. Noi abbiamo scelto di ribaltare il punto di vista e guardare quel mondo da un’altra prospettiva. L’angolo da cui abbiamo sbirciato si chiama vuoto, solitudine, sfogo, divertimento. Può anche esserci lo sballo ma dietro c'è qualcosa di più profondo. Ovunque e in ognuno abbiamo trovato una ricerca. Ovunque abbiamo trovato un’estrazione sociale composita come se la discoteca fosse il posto in cui le differenze di classe si annullano. Ovunque c’è una forma di comunicazione, più o meno reale, più o meno alterata. Su tutto c’è un bisogno ciclico di morire e rinascere ogni fine settimana. Ribaltarsi tra la normalità e l’eccesso. Tra il perbenismo e la trasgressione. Tra la fatica del lavoro e della vita e lo sfogo. E poi di nuovo la normalità.

In questa ruota c'è una rincorsa. A volte si perde l'obiettivo e rimane solo la ciclicità. Una settimana dopo l’altra. Si dice che oramai i confini netti non esistono più, che tutto è sfumato, indefinito. Non e' vero. La discoteca ha un muro chiaro e visibile tra il dentro e il resto del mondo. Il resto del mondo giudica, vuole le gerarchie, dice cosa è giusto e cosa è sbagliato, rende le persone inadeguate e imprecise, blocca la comunicazione. Il dentro è un’altra cosa: è la quintessenza della democrazia. «Tu puoi» sembrano urlarti in quell’ambiente col volume della musica perforante. Un po’ girone infernale, un po' paradiso, la discoteca ti risucchia in una dimensione parallela in cui tutto sembra lecito, in cui tu quasi puoi scegliere chi essere in quel momento. Per finta, per gioco, per una volta. Si sente qualcosa che sale e contagia.

In quella metamorfosi e in quella ritualità la massa diventa una tribù. È come se fuori di lì ognuno per qualche ragione si sentisse inadeguato. È come se dietro ci fosse un bisogno di appartenenza che può esprimersi con quel rito. Come se ci si concedesse la possibilità di sfogarsi per poi rientrare nelle regole . E questo vale per il banchiere, per l'operaio e per la prima della classe. In discoteca, un po' paradiso, un po' girone infernale, si consuma l'illusione di rimediare alla propria solitudine. Ovunque abbiamo trovato persone sole. Per ragioni diverse. Ma tutte con un burrone dietro le spalle. Che ogni sette giorni portano la loro solitudine tra la mischia e nel ritmo. In questo modo la aggrediscono, la esorcizzano, non la pensano. La ballano